Le preposizioni – premessa

    Anche per le preposizioni, come per i tempi verbali e tanti altri argomenti di grammatica, non possiamo fare delle semplici equivalenze del tipo "di" = of o "da" = from. Perché? Anzitutto dobbiamo renderci conto di come stanno le cose e prendiamo ad esempio proprio la preposizione di.

    Se osserviamo tre espressioni come

    1) La Fiera di Milano

    2) II libro di Giovanni

    3) Vestito di grigio

    notiamo in tutte e tre la presenza della preposizione di che introduce un complemento tradizionalmente classificato come “di specificazione.” Nel primo caso, però, si tratta di una indicazione di luogo:

    la) La Fiera che si trova/svolge a Milano;

    il secondo è un esempio di caso possessivo:

    2a) Il libro che appartiene a Giovanni

    e non significa certo

    2b) *I1 libro che si trova/svolge a Giovanni;

    una parafrasi del terzo esempio è complessa, ma è chiaro che non siamo in presenza né di luogo né di possesso; se la dicitura “complemento di specificazione” appare troppo generica, si può parlare di “complemento di abbigliamento”: queste etichette sono state e continuano ad essere moltiplicate arbitrariamente e sono quindi prive di senso.

    Altri complementi introdotti da di si collegano alle nozioni di tempo,

    4) Viaggiare di sabato

    di argomento

    5) Parlare di grammatica

    6) Discutere di politica

    e di causa

    7) Tremare di paura;

    abbiamo poi il secondo termine di paragone,

    8) Meglio di ieri

    l’uso di di davanti all’infinito,

    9) Sono lieto di saperlo

    l’uso delle forme articolate nel partitivo

    10) Dammi del pane

    e numerosi altri casi, tra cui:

    11) Coperto di neve

    12) Una commedia di G. B. Shaw.

    La traduzione in inglese degli esempi ci dà

    1') The Milan Trade Fair

    ove il locativo è realizzato mettendo il nome della città prima di ciò che viene specificato;

    2') John’s book

    in cui il nome del possessore prende la marca del caso possessivo;

    3') Dressed in grey

    4') Travelling on Saturday(s)

    5') Talking about grammar

    6') Discussing [Ø] politics

    7') To tremble with fear

    8') Better than yesterday

    9') I’m glad to hear that

    10') Give me some bread

    11') Covered with snow

    12') A play by G. B. Shaw

    in cui troviamo come traducenti dell’italiano di le preposizioni inglesi in, on, about, with, by, la congiunzione than, il partitivo some, il to dell’infinito e il ‘determinante zero’ come in (6’).

    A questi esempi potremmo aggiungerne molti altri, tra cui anche quelli in cui all’italiano di corrisponde l’inglese of e che sono considerati tradizionalmente come espressioni della “regola generale”:

    13) La metà di giugno

    13') The middle of June.

    L’esempio è uno solo dei tanti che si possono addurre confrontando italiano e inglese. Occorre di nuovo sottolineare che per “far grammatica” non basta analizzare morfologia e sintassi ma si richiede di partire dal significato.

    Di conseguenza (As a consequence), il ruolo del contesto è cruciale: parlando della Bibbia, ad esempio,

    2'b) The book of John

    viene interpretato come

    2'c) The Gospel according to John

    ove John non è più un Giovanni indeterminato ma si identifica nel quarto evangelista.

    Riassumendo:

    1) La Fiera di Milano

    1') The Milan Trade Fair

    2) II libro di Giovanni

    2') John’s book

    3) Vestito di grigio

    3') Dressed in grey

    4) Viaggiare di sabato

    4') Travelling on Saturday(s)

    5) Parlare di grammatica

    5') Talking about grammar

    6) Discutere di politica

    6') Discussing [Ø] politics

    7) Tremare di paura

    7') To tremble with fear

    8) Meglio di ieri

    8') Better than yesterday

    9) Sono lieto di saperlo

    9') I’m glad to hear that

    10) Dammi del pane

    10') Give me some bread

    11) Coperto di neve

    11') Covered with snow

    12) Una commedia di G. B. Shaw

    12') A play by G. B. Shaw

    13) La metà di giugno

    13') The middle of June

    14) Di conseguenza…

    14') As a consequence…

    D’altra parte, possono esserci dei problemi anche se partiamo dai complementi. È possibile che per lo stesso complemento si usino preposizioni diverse e che quindi occorra fare altre distinzioni. Succede anche in italiano:

    È andata in Inghilterra, a Leeds.

    Per lo stesso complemento (moto a luogo) usiamo due preposizioni diverse: in davanti a nomi di stati o regioni, a davanti a nomi di città o paesi. In questo caso l’inglese è più regolare e usa to in entrambi i casi:

    She has gone to England, to Leeds.

    Ecco di seguito i link alle pagine che si occupano delle altre preposizioni italiane: A , ATTRAVERSO , CON , DA , DAVANTI , DENTRO , DIETRO , FUORI , LUNGO , OLTRE , PER , SOTTO , SU , TRA/FRA , VERSO VICINO A .

    Questa pagina presenta le regole generali sull'uso delle preposizioni inglesi:

    Da questa pagina si accede alle preposizioni inglesi e ai principali complementi (luogo, tempo, ecc.):