Sulla morfologia del verbo inglese si veda questa pagina
Il sistema morfologico è molto semplice.
Le difficoltà sorgono nell’uso dei tempi verbali.
La lingua inglese distingue il tempo cronologico, cioè il tempo
che passa: time, dai tempi grammaticali (presente, futuro,
imperfetto, ecc.: tenses). Non c’è una
corrispondenza diretta tra tenses italiani e inglesi e quindi
occorre pensare al time dell’azione espressa dal verbo.
Per capire bene questo, esaminiamo come il tempo (nel senso di tense) presente indicativo italiano si riferisca a momenti e aspetti
diversi del tempo (nel senso di time). Ci serviremo dello
schema qui sotto, in cui l’elemento-base è la linea in
basso, il tempo che scorre dal passato, a sinistra, verso il futuro.
Il punto circondato del cerchio e con una freccia verso destra è
l’attimo presente, che si muove verso il futuro.

Frasi come “Dio esiste” o “L’Inghilterra è
una parte della Gran Bretagna” si riferiscono a stati
permanenti o di durata indefinita – nello schema sono
rappresentati dalla linea verde in alto con le due frecce agli estremi.
Si noti che se la frase è negativa il tempo non cambia: in
“Dio non esiste”, “L’Inghilterra non è
un’isola”, “esiste, è” sono sempre
forme del presente indicativo. |
Se dico “Mi alzo alle 7 tutte le mattine”, “Il mio
gatto mangia volentieri il pesce” o “Vado spesso in
piscina” uso ancora il tense presente ma l’idea di
time cambia: non l’eternità o la permanenza ma
un’azione abituale o ripetuta, che nello schema è
rappresentata dalla fila di X verdi. La frase è al presente ma
non vuol dire che sono le sette di mattina, che il gatto sta
mangiando o che sto andando in piscina: per questo la X che
corrisponde al momento presente è tra parentesi.
Se guardo fuori dalla finestra e dico “Non piove ma tira vento”
io sto parlando di quello che avviene nel momento attuale: sono
azioni in corso, indicate dalla X rossa in corrispondenza del momento
attuale. La frase “Domani sera vado all’EXPO” ci
rivela che usiamo il presente per un’azione che avverrà
nel futuro – solo che la diamo per certa, in quanto già
preordinata e organizzata. È la X color rosso scuro sulla
destra.
Infine, posso parlare al presente di azioni che sono iniziate nel
passato e durano tuttora: “Abitiamo qui dal 1974” o
“Elena conosce Enrico da quasi vent’anni”. È
l’arco (di tempo) azzurro in basso a sinistra (l’uso delle
preposizioni for e since sarà spiegato quando si
parlerà di queste “forme di durata” ).
Per esprimere queste diverse idee di tempo/time che l’italiano
unifica nel tense presente indicativo. l’inglese ha
bisogno obbligatoriamente di tre tenses diversi.
Esamineremo nel seguito questi casi, uno alla volta. Qui basterà
avere posto il problema.
Il soggetto del verbo
Nelle frasi date come esempio troviamo una varietà di
soggetti: “Dio, l’Inghilterra, il mio gatto, Elena”.
In alcune frasi il soggetto sembra mancare, ma “mi alzo, vado”
sottintendono “io” e “abitiamo” implica un
“noi”. Per quanto riguarda “Piove, tira (vento)”
dobbiamo supporre un soggetto di terza persona che convenzionalmente
chiameremo “esso” – la differenza è che
posso correttamente dire “Noi abitiamo” ma non *”Esso
non piove”.
In inglese il soggetto non può mai
essere sottinteso (con una sola eccezione, che vedremo
studiando il modo imperativo) e i pronomi sono quindi molto
importanti. Prima di procedere nello studio dei verbi inglesi occorre imparare i pronomi personali studiandoli qui .
Al concetto di "soggetto" grammaticale è dedicata questa pagina
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