MODI E MODALI

    Se un venditore ci dice "Sono 110 euro", capiamo che ci sta chiedendo quella cifra; se inizia con "Sarebbero 110 euro…" capiamo che non è quella la cifra richiesta – e speriamo che stia per dirci che ci fa uno sconto. "Voglio" è maleducato in tante circostanze nelle quali invece "vorrei" va benissimo. Che cosa cambia? Cambia il MODO del verbo – negli esempi dati, si passa dal modo indicativo al modo condizionale.

    Passiamo dal modo indicativo al modo congiuntivo in casi come i seguenti:

    Sono sicuro che è un bravo medico.

    Non sono sicuro che sia un bravo medico.

    So che i Rossi non vanno in vacanza.

    Credo che i Rossi non vadano in vacanza.

    In italiano ci serviamo di forme verbali apposite per questi e altri usi – esprimere dubbio, possibilità, condizione, ecc.: "vanno" e "vadano" fanno parte della coniugazione del verbo "andare"; "sono, sarebbero, è, sia" sono voci del verbo "essere", così come "voglio, vorrei" lo sono di "volere".

    Nell'inglese attuale non abbiamo forme analoghe, ossia costruite con le desinenze sulla base della radice del verbo. Otteniamo risultati simili facendo ricorso ad alcune parole speciali che proprio per questo si chiamano "modali".

    I modali hanno in comune le seguenti caratteristiche: sono verbi difettivi, invariabili, ausiliari e precedono la forma semplice del verbo. Più specificamente:

    • difettivi: non hanno la coniugazione ma solo alcune forme del presente e/o del passato – a volte una sola;

    • invariabili: non prendono la -s alla terza persona singolare del presente né aggiungono qualsiasi altra desinenza;

    • ausiliari: non sono mai preceduti da un ausiliare (come be, do, have): funzionano essi stessi da verbi ausiliari nelle frasi interrogative e/o negative;

    • sono sempre seguiti da un verbo alla forma base, il cosiddetto "infinito senza to" (eccetto ought che vuole to).

    Un semplice esempio come He must not go "Egli non deve andare" illustra tutti e quattro i punti.

    I modali includono le seguenti forme, che qui raggruppiamo sulla base dei significati principali:

    potere

    can

    cannot / can’t

    could

    could not / couldn’t

    may

    may not

    might

    might not / mightn’t

    dovere

    must

    must not / mustn’t

    shall

    shall not / shan’t

    should

    should not / shouldn’t

    ought to

    ought not to / oughtn’t to

    volere

    will

    will not / won’t

    would

    would not / wouldn’t

    Quando sono usati come ausiliari rispettivamente del futuro e del condizionale, will e would hanno le forme contratte 'll e 'd.

    Sono inoltre talvolta inclusi nei modali, per certe particolarità d’uso:

    aver bisogno

    need

    needn’t

    osare

    dare

    daren’t

    IMPORTANTE: nelle pagine dedicate ai verbi "potere", “dovere" e "volere" vengono fornite, oltre ai verbi modali, anche le espressioni sostitutive (be able, be allowed, ecc.). Si tenga presente che queste forme non vengono usate se non nei casi, poco frequenti, in cui non č possibile usare i verbi modali: per tempi e modi diversi dal presente o passato oppure per esprimere significati molto precisi e specifici. Diamo un esempio: la frase italiana

    “Non potendo trovare un taxi, arrivň alla stazione troppo tardi.”

    contiene il gerundio di “potere”. La traduzione

    Not being able to find a taxi, he got to the station too late.

    č grammaticalmente corretta (si usa be able invece di can / could per una forma, quella del gerundio, che il modale non ha) ma č molto formale; nella normale conversazione si direbbe piuttosto

    As he couldn’t find a taxi, he got to the station too late.

    Come si vede, il gerundio che esprime causa č sostituito da una frase dipendente causale in cui compare il modale.

    Lo stesso vale per le altre forme che sostituiscono i modali.

    Come esprimere "dovere" in inglese

    Come esprimere "potere" in inglese

    Come esprimere "volere" in inglese