Signore e signori...

    Stasera parliamo di ladies e di gentlemen, di signore e signori. La lingua inglese ha tre forme diverse per il nostro "signore" (più una quarta, the Lord, per il Signore con la esse maiuscola) e dobbiamo distinguere tre casi. Il primo è quello in cui "signore" è accompagnato dal cognome, o nome o cognome, della persona a cui ci rivolgiamo e di cui parliamo; il signor Spencer è Mr Spencer.

    Secondo caso: se ci si rivolge con rispetto a un signore sconosciuto, si usa Sir, ad esempio in espressioni come excuse me, sir, "scusi, signore." Sia nell’ambito militare che in quello scolastico si esige che il soldato o lo studente usi sir ogni volta che si rivolge a un superiore in grado, all’insegnante o al preside. In qualche scuola questa richiesta disciplinare si è attenuata, ma l’uso di sir è comunque segno di rispetto e buona educazione.

    Infine, terzo caso, parlando di un signore in terza persona, in frasi come "c’è un signore alla porta," si usa gentleman: There’s a gentleman at the door. Colloquialmente, gentleman è spesso abbreviato in man — ma è un po’ la stessa differenza che c’è tra "C’è un signore che vuole parlarti" e "C’è uno (o "un uomo" o "un tale") che vuole parlarti." In certi contesti gentleman corrisponde al nostro "gentiluomo." L’idea di nobiltà e di rettitudine che questa parola porta con sé oggi si va perdendo, ma si dice ancora, ad esempio, gentlemen’s agreement, accordo o patto tra gentiluomini, per un’intesa basata sulla fiducia reciproca nella correttezza altrui.

    Come sentite ogni sera, il plurale gentlemen si usa anche al vocativo, assieme a ladies, per i signori ai quali ci si rivolge collettivamente.

    Sir seguito dal nome e cognome (ad esempio, Sir Alec Guinness) e Lord seguito dal cognome (Lord Nelson) si usano al posto di Mr per le persone che hanno i rispettivi titoli o per nascita (Lord) o perché conferiti dalla Regina (Sir). Anche il vocativo cambia: se vi rivolgete a un Pari d’Inghilterra non chiamatelo Sir ma Milord. Per le consorti si usa Lady e il vocativo Milady.

    Voglio scusarmi con le signore in ascolto se ho parlato solo dei maschi, nobili e no. Ci sono complicazioni al femminile, per via delle discriminazioni tra "signora" e "signorina" e preferisco parlarne a parte, un’altra sera.

    Permette, signora?

    La sera in cui ho parlato di come si traduce "signore" in inglese ho promesso che avrei parlato anche di "signora" e "signorina." Anche qui si distinguono i tre casi. Il primo è quando segue il cognome o il nome e cognome: tradizionalmente abbiamo Mrs per una signora e Miss (che non è un’abbreviazione) per una signorina. E’ stata proposta la forma Ms (simmetrica a Mr) per entrambe, ma finché non sarà entrata nell’uso abituale ci sarà chi la interpreta come indicazione del fatto che chi la usa è una donna divorziata, o convivente, o single non più giovane. Perché cambi la lingua occorre che cambino la mentalità e i costumi di chi la usa.

    Il vocativo formale e educato è Madam in ogni caso; con Miss, senza il cognome, ci si può rivolgere, ma non è cortese, a una donna giovane con mansioni che instaurano un rapporto di assistenza o di servizio — ad esempio una cameriera o una commessa. Al plurale, quando ci si rivolge a più persone, si usa Ladies (è la terza parola di ogni mia chiacchierata, dopo il good evening iniziale).

    Parlandone in terza persona, una signora sarà a lady anche se non è nobile: "una signora vuol parlarti" a lady wants to talk to you. Sempre più raro è l’uso di young lady per specificare che si tratta di una signorina. A livello colloquiale, senza tante cerimonie, si parla di a woman e a girl (rispettivamente, "una donna" e "una ragazza") invece di a lady. Lady è anche il femminile di Lord, per le donne che per eredità, nomina della regina o matrimonio con un Lord o un Sir hanno un titolo nobiliare. La parola si usa anche con riferimento alla Madonna: Our Lady (Nostra Signora) è uno degli appellativi più comuni.

    La tendenza è quella di giungere a un sistema che elimini del tutto la distinzione tra donna nubile e donna sposata, così come avviene al maschile per celibi e ammogliati. In questo sistema avremo: Mr al maschile e Ms al femminile davanti al cognome; sir e madam al vocativo; gentleman e lady con riferimento formale a terze persone; man e woman per persone adulte, come forma colloquiale non particolarmente cortese; boy e girl, colloquialmente, per un ragazzo e una ragazza di cui si sta parlando.

    Ma nemmeno questo sistema trova tutti d’accordo, soprattutto perché woman, la donna, è parola che deriva da man, uomo, e questo non è accettabile da parte delle femministe.