Parla di come mangi

    Ai pasti inglesi abbiamo fatto un breve cenno parlando dei saluti e delle parti del giorno. Infatti il mattino, morning, è il periodo che termina con l’ora del lunch, il pasto di mezzogiorno; afternoon, pomeriggio, è il periodo compreso tra il lunch e il tea, che non è solo la tazza di tè ma un pasto leggero, evening è il periodo tra il teatime, l’ora del tè, e la cena, che si chiama supper. Esiste poi la parola dinner, che come la parola italiana "pranzo," indica non tanto l’ora del pasto quanto piuttosto il fatto che si tratta di un’occasione conviviale di una certa importanza; e come per il nostro pranzo, c’è chi usa sistematicamente dinner per il pasto serale invece di supper — ad esempio, molti alberghi che vogliono darsi un tono.

    Nella tradizione inglese, che peraltro si sta notevolmente modificando, ha molta importanza il breakfast del mattino — la parola viene dal verbo "rompere," break, e dal nome fast, digiuno. Fast si scrive e si pronuncia come l’aggettivo fast, veloce, quello che troviamo nell’espressione fast food. Il breakfast inglese comprende di solito un succo d’arancia, latte e cereali, un piatto caldo con uova e bacon (o salsicce o altro ancora) e infine il tè o il caffè (quello che gli inglesi chiamano "caffè", mentre il nostro caffè lo chiamano "espresso") con pane tostato e marmellata o miele. In lingua inglese si distingue la marmalade, di agrumi, dalla jam, la marmellata di altri frutti.

    Soprattutto nel week-end, chi si alza tardi a volte fa un brunch, cioè una combinazione di breakfast e lunch. Brunch è una "parola cannocchiale", che mette insieme la prima parte di una parola e l’ultima parte di un’altra. Una parola cannocchiale che tutti conosciamo è smog, una combinazione di fumo e nebbia, smoke e fog. A Milano l’abbiamo sempre chiamata calisna, ma ormai sono molti di più quelli che sanno l’inglese di quelli che sanno il milanese. Sempre nei giorni festivi o nelle occasioni in cui non si segue la routine abituale ci può essere un high tea, un tè più abbondante e preso un po’ più tardi, che riunisce il tè abituale e la cena.

    Un’ultima curiosità: lo spuntino di metà mattina, che si chiama elevenses perché si prende attorno alle 11 (eleven), è da moltissimo tempo previsto espressamente nei contratti collettivi di lavoro.

    I pasti: la prima colazione

    Abbiamo avuto modo in parecchie occasioni di constatare che lingue diverse non sono etichette diverse messe sugli stessi oggetti ma modi diversi di vedere la realtà e di classificarla. Questa sera ci occupiamo della parola inglese breakfast che confronteremo con l’italiano colazione.

    Una prima differenza è nell’origine stessa delle parole: in inglese si fa riferimento a rompere il digiuno — break è interrompere e uno dei significati di fast è il digiunare. L’italiano "colazione" deriva probabilmente dal fatto che certi monaci si riuniscono solo per i pasti (dal latino, co-lazione è il portarsi assieme). Una conseguenza è che mentre noi parliamo di prima e seconda colazione, in inglese breakfast è solo quella del mattino.

    Una seconda differenza, quella di cui ci accorgiamo subito quando andiamo in Inghilterra, riguarda il tipo e la quantità di cibo che viene preso a colazione. Un breakfast è un pasto completo, con uno starter che comprende un succo d’arancia, di pompelmo o di ananas — orange juice, grapefruit juice o pineapple juice e una scodella di latte e cereali, milk and cereal: cornflakes, rice krispies, ecc. Segue un piatto caldo con uova, salumi e a volte carne o pesce — il classico bacon and eggs, le salsicce (sausages), ecc.

    Infine il pane tostato (toast) con burro (butter) e marmellata (marmalade se è di agrumi, altrimenti jam) con l’immancabile tazza di tè (cup of tea). Le abitudini stanno cambiando, e in molte famiglie si rinuncia al piatto caldo; inoltre molti preferiscono il caffè (coffee) al tè.

    Un terzo aspetto, che sfugge a chi soggiorna in albergo o in pensione, è il ruolo diverso che il breakfast ha nella vita di una famiglia: da noi spesso si fa colazione rapidamente e separatamente, mentre il breakfast tradizionalmente costituisce un momento di incontro e di dialogo per tutta la famiglia unita. Bisogna dire "tradizionalmente" perché anche in Inghilterra purtroppo il senso della famiglia si sta perdendo in molte case.

    Quando un dizionario scrive breakfast = "prima colazione" dà una visione della realtà che come minimo è riduttiva, se non distorta. E questo vale per quasi tutte le parole: a parte i termini tecnici, è molto raro che esistano vocaboli davvero equivalenti nelle due lingue.

    I pasti: la seconda colazione

    Venerdì sera abbiamo parlato del breakfast, la colazione del mattino, e stasera diremo qualcosa del lunch, il pasto di mezzogiorno. In Inghilterra è in uso da molto tempo quello che si sta diffondendo anche da noi, ossia l’orario continuato dei negozi e degli uffici, in modo che durante la pausa per il pranzo, il lunch break, chi lavora può prendere uno spuntino, uno snack ma anche andare alla posta (to the post-office), o alla banca (to the bank), fare delle spese (to do some shopping) o incontrare delle persone. Proprio perché è un orario utile per fare tante cose, le espressioni lunchtime e lunch hour, l’ora del pranzo, sono molto frequenti.

    Chi fa l’esperienza di soggiorno in famiglia, soprattutto come studente, conosce bene il packed lunch, il pranzo al sacco — letteralmente il pranzo imballato, messo in una scatola.

    Ci sono poi un paio di espressioni idiomatiche con la parola lunch. La prima è out to lunch che significa letteralmente "fuori a pranzo" — è il cartello che certi negozietti espongono quando il titolare si assenta brevemente per andare a prendere da mangiare. Nello slang, dire che qualcuno è out to lunch significa che è "fuori", ossia "fuori di testa", che ha perduto il contatto con la realtà.

    Un free lunch è un pasto gratis — ma l’espressione si usa normalmente in frasi negative del tipo there’s no such thing as a free lunch per dire che tutto ha un prezzo, tutto si paga prima o poi, in un modo o nell’altro: può dirlo un ecologista a proposito dello sfruttamento delle risorse naturali, o chiunque abbia fatto qualche esperienza: una frase che ho trovato come esempio dice che anche a Hollywood nulla ti viene dato per nulla even in Hollywood there is no such thing as a free lunch.

    Sono esempi che do per illustrare l’uso inglese, e non perché io condivida i concetti che esprimono: anzi colgo l’occasione per salutare in particolare coloro che sono impegnati in attività di volontariato e che hanno fatto della gratuità, del non-profit, il loro stile di vita. Non solo a Natale c’è chi distribuisce pasti gratis, free lunches. In mezzo a tante storie di criminalità è da loro che ci può venire il coraggio per uno sguardo diverso sulla realtà che ci circonda.

    I pasti: pranzo e/o cena

    Da qualche trasmissione ci stiamo occupando dei pasti inglesi e dopo il breakfast e il lunch stasera è la volta del dinner. I dizionari lo definiscono come il pasto principale del giorno, the main meal of the day, di solito nella prima parte della serata — il che vuol dire molto prima di quando abitualmente si cena in Italia, soprattutto in certe parti d’Italia. Dinner è anche il nome del pasto che viene offerto in occasione di particolari celebrazioni, feste e riunioni. In inglese britannico, tuttavia, il dinner può essere anche il pasto di mezzogiorno.

    Da tutti questi accenni si capisce che dinner è la parola che più da vicino corrisponde al nostro "pranzo" — anche da noi a volte dobbiamo verificare se sia a mezzogiorno o di sera, perché gli usi locali sono diversi.

    La parola dinner la troviamo anche in alcuni composti interessanti. Il primo è dinner jacket, letteralmente la giacca da pranzo ma che corrisponde a quello che noi, credendo di usare una parola inglese, chiamiamo lo smoking. Per lo stesso tipo di abito gli americani usano la parola tuxedo, dal nome di una località dello stato di New York abitata da miliardari, Tuxedo Park, dove fu introdotto in sostituzione del frac, molto più formale.

    Un dinner service è quello che noi chiamiamo semplicemente un servizio, cioè la serie di piatti piani e fondi, piattini e vassoi con cui si apparecchia la tavola. E una dinner table è appunto la tavola apparecchiata (tra parentesi, è curioso che in italiano un tavolo diventi femminile quando viene apparecchiato per mangiare).

    Un dinner party è quello che noi chiamiamo un pranzo non tanto come pasto ma come occasione sociale: una serata con ospiti che inizia con un pasto: un invito a pranzo è an invitation to a dinner party.

    Un composto recente, e si potrebbe dire un segno dei tempi, è TV dinner, che è un pasto preconfezionato, che si può riscaldare e consumare nel contenitore in cui viene venduto, il tutto senza smettere di guardare la televisione.

    I pasti: la cena

    Concludiamo questa sera il ciclo di conversazioni sui pasti inglesi con l’ultimo pasto della giornata, la cena, che in inglese è supper. Questa parola ha due usi principali, a seconda dell’ambiente sociale. Può essere la cena dopo teatro, il pasto preso prima di andare a letto da parte di chi va a letto tardi, varie ore dopo aver consumato il dinner, che è il pranzo serale di cui abbiamo parlato ieri sera. Oppure può essere il normale pasto della sera nella maggior parte delle famiglie, soprattutto se la mattina dopo bisogna andare al lavoro o a scuola.

    Anche qui troviamo un uso idiomatico. Se qualcuno ha una serie di incombenze, di cose da fare prima di potersi godere il tempo libero, si dice che dovranno cantare per la cena they will have to sing for their supper. E una supper è anche il pasto più importante nella storia dell’umanità, l’Ultima Cena, The Last Supper — ma ne riparleremo il giovedì santo.

    I pasti, nel loro complesso, si chiamano meals meal è anche una parola che significa "farina". Un’altra parola entrata recentemente nell’uso è la fusione di breakfast e lunch: il brunch è il pasto che alcuni fanno nella tarda mattinata dei giorni festivi e che appunto riassume in sé la prima e la seconda colazione.

    Una piccola curiosità: come si dice "buon appetito" in inglese? Tradizionalmente, non si dice proprio nulla: le regole della buona educazione non sono le stesse ovunque — in Inghilterra non si usa augurare buon appetito, così come non si usa dire niente se qualcuno starnutisce. Adesso c’è chi usa il francese Bon Appetit, ma soprattutto se si tratta di pranzi con persone straniere — e si sta anche diffondendo enjoy your meal, che però non è ben accetto in tutti gli ambienti. Il verbo to enjoy è lo stesso che uso alla fine delle mie conversazioni, quando vi auguro di godervi e gustarvi la dolce serata su Circuito Marconi!

    In inglese, per indicare le posate si usa raramente la parola cutlery; si preferisce dire knives, forks and spoons, coltelli, forchette e cucchiai, sempre in quest’ordine. Knives è il plurale di knife, una di quelle parole che terminano per -f o -fe al singolare e cambiano in -ves al plurale.