Info Zap

    Gli ascoltatori fedelissimi del Circuito Marconi sanno che questa trasmissione "Dolce è la sera, dolce è la notte" è preceduta da Info Zap, che attraverso i titoli di testa dei telegiornali permette di avere un ricco panorama delle principali notizie nazionali e locali. Come al solito non entro nel merito della trasmissione — dico solo che a me sembra pensata e condotta molto bene — ma mi interessa il suo nome.

    Cominciamo dalla prima parte, info, abbreviazione di "informazioni" in italiano e information in inglese. Apro una parentesi per ricordare che information, le informazioni, è una di quelle parole come news, le notizie. e business, gli affari, che in inglese sono sempre singolari anche quando hanno un significato plurale.

    Il fenomeno delle abbreviazioni in inglese non è nuovo ma è sempre più diffuso, specialmente negli Stati Uniti. Tra le abbreviazioni in uso da molto tempo ci sono quelle che hanno perso la parte finale, come exam per examination, l’esame; quelle che hanno perso la prima parte, come car per motor-car, l’automobile; e quelle che hanno perso la testa e la coda e conservato il cuore, come flu per influenza, l’influenza.

    La maggior parte delle abbreviazioni più recenti sono come exam e info, cioè perdono la coda. Tra le più usate, e ormai registrate anche sui dizionari, questa sera ne ricordo tre.

    La prima è admin che sta per administration e in particolare la si usa in tono negativo per indicare la burocrazia. Un insegnante può dire I love teaching but I hate the admin, "amo insegnare ma detesto il lavoro di tipo burocratico" che fa parte del suo mestiere.

    La seconda è recap come abbreviazione di recapitulate — riassumere, ricapitolare. Al termine di un discorso o di una lezione ci può essere una sintesi finale introdotta da let’s recap, ricapitoliamo. Esiste anche un’altra parola recap che non è un’abbreviazione ma un verbo che deriva da cap, il coperchio di un vasetto o il tappo di un tubetto. Su molti di questi contenitori c’è la scritta Recap After Use, richiudere dopo l’uso.

    La terza e ultima, per stasera, è prefab da prefabricated, prefabbricato — l’abbreviazione ha cominciato a circolare col diffondersi di questo tipo di edifici. [...]

    Ieri sera ho promesso che avrei parlato della seconda parte di Info Zap — che è il nome del programma di informazioni su Circuito Marconi che precede la serata musicale.

    In inglese, la parola zap è una di quelle che si usano soltanto nel linguaggio colloquiale e informale — tra amici e parenti. Il suo primo significato è quello di "uccidere, distruggere o colpire qualcuno o qualcosa lanciandogli contro qualcosa — che può essere il raggio della morte delle armi di fantascienza, un laser, uno spray." "Una guardia l’ha steso col fucile che tramortisce" A guard zapped him with the stun gun. Usata in questo senso, la parola zap l’ho vista nella vetrina di un negozio come nome o parte del nome di giocattoli che simulano le armi delle guerre spaziali.

    Con l’invenzione del telecomando, la parola ha assunto il significato che noi conosciamo. To zap the TV channels è "fare lo ZAPPING tra i canali TV". Come sempre, zapping è la forma del verbo usata come nome. Noi abbiamo l’infinito ("leggere, conversare", ecc.) l’inglese ha la forma in –ING (reading, talking, etc.) "leggere è piacevole" reading is pleasant "mi piace conversare" I like talking — e in queste serate su Circuito Marconi ci viene offerto un easy listening, un ascoltare facile, agevole, dolce.

    Ho il tempo per aggiungere qualche altra abbreviazione a quelle di cui ho parlato ieri sera. La prima è una parola di sole due lettere ad, che sta per una parola di tredici, advertisement — che è l’inserzione pubblicitaria. Small ads sono gli annunci brevi, la piccola pubblicità sui giornali. Advertisement viene dal verbo advertise, "reclamizzare".

    Un’abbreviazione che ha poi fatto tanta strada per conto suo è pop, che in origine deriva da popular. La Pop Music non è una qualsiasi popular music, ossia musica leggera, ma quella che sappiamo, così come la Pop Art è un preciso movimento artistico degli anni sessanta. Quando una parola nasce, poi vive di vita propria e va dove la portano le vicende umane — qualunque sia la sua origine. È anche per questo che trovo affascinante occuparmi di lingue: sono tutto tranne che lettera morta.