Colours

    Stasera parlerò del colore nero, black, e di alcune delle numerosissime espressioni in cui entra questa parola. In molti casi c’è corrispondenza tra italiano e inglese: nero dalla rabbia è black with rage, la magia nera è black magic, la Mano Nera (intesa come organizzazione criminale) era la Black Hand, un occhio nero (ossia pesto) è un black eye e il buco nero come oggetto stellare è un black hole. La bandiera nera dei pirati era la black flag e in entrambe le lingue si parla di "scatola nera" black box per un meccanismo il cui funzionamento è inaccessibile e misterioso — sia in senso proprio che figurato: "il nostro cervello è una scatola nera" Our brain is a black box; la stessa espressione, in entrambe le lingue, si adopera per quelle scatole di color arancione vivo che contengono i registratori di volo Flight Recorders sugli aerei.

    In Inghilterra si chiama Black Country l’area industriale attorno alla città di Birmingham — il nome deriva dall’uso massiccio che si faceva del carbone con le relative scorie nere. Oggi l’ambiente è molto migliorato con il petrolio subentrato al carbone come combustibile in molti impianti industriali.

    Soprattutto negli Stati Uniti l’aggettivo Black va usato con molta cautela per non urtare la sensibilità degli americani di origine africana, Afro-Americans, anche se molti di loro lo trovano perfettamente accettabile nella maggior parte dei contesti e anzi se ne servono in espressioni come Potere Nero, Black Power. Come sempre, molto dipende dal tono e dall’atteggiamento di chi parla.

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    Visto che la neve ha ormai imbiancato molte zone, nella rassegna dei colori stasera mi occupo del bianco, white — nel periodo natalizio una delle musiche di sottofondo ricorrenti nei negozi è stata Bianco Natale, White Christmas. Anche qui, come con gli altri colori, troviamo molti usi analoghi all’italiano ma anche importanti differenze. Cominciamo con le somiglianze.

    Bianco come la neve è as white as snow e sbiancare, nel senso di impallidire, è to go white; la magia bianca è white magic e la bandiera bianca, segno di resa, è una white flag. Un elefante bianco, sia in senso proprio che metaforico, è un white elephant. Come per Black, anche per White c’è un uso che riguarda la razza bianca — e anche qui c’è sempre bisogno di sensibilità e delicatezza quando si parla con persone non-white. È comunque un fatto che nelle nostre lingue europee spesso associamo il colore bianco a ciò che è positivo e il nero a ciò che è negativo: una blacklist è la lista nera di ciò che è vietato o disapprovato (o delle persone indesiderabili) — e in inglese abbiamo anche l’espressione white list, lista bianca, per il contrario, per l’elenco di ciò che va bene. Il bianco e nero in fotografia è black and white, letteralmente nero e bianco.

    L’aggettivo white si oppone invece a BLUE in "colletto bianco" white collar, ossia impiegato o comunque dipendente che non ha bisogno di mettersi la tuta, mentre blue collar è l’operaio. E un’espressione idiomatica come "una notte in bianco" non ha una traduzione diretta: in inglese è una sleepless night "una notte senza sonno".

    Accanto a white, in inglese abbiamo anche blank. Un modulo bianco, o uno spazio bianco da compilare in un modulo o in un test, è un blank e un assegno in bianco è un blank cheque; blank cheque corrisponde anche al nostro "carta bianca" nel senso di piena autorizzazione ad agire come si ritiene opportuno. L’espressione idiomatica "di punto in bianco" in inglese è point blank. Blank è anche una cartuccia a salve. Uno sguardo vuoto e assente è un blank stare.

    Il blank verse è il verso più importante nella poesia inglese, per molti aspetti analogo al nostro endecasillabo.

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    Proseguiamo nella rassegna dei colori e questa sera tocca al rosso, red. Non ci sono molte differenze nell’uso tra italiano e inglese; ad esempio, in entrambe le lingue red light semaforo rosso indica anche, metaforicamente, il divieto di proseguire in un progetto. "Passare col rosso" è to go through a red light.

    Anche in inglese il rosso è il colore dei numeri negativi nella contabilità: "essere in rosso" to be in the red. Ed è il colore-simbolo del massimo pericolo: "allarme rosso" red alert. Invece "un bicchiere di rosso" a glass of red può rallegrare la serata — se non siete al volante (ma anche un bicchiere di bianco, se preferite a glass of white — in entrambi i casi la parola wine si può sottintendere se il contesto è chiaro). I pellerossa sono i Redskins, ma ora si preferisce American Indians perché è più corretto. The Reds sono poi "i rossi" nel senso di "comunisti" mentre i rossi di capelli sono redheads.

    Ma anche col colore rosso qualche differenza tra italiano e inglese c’è, ed è interessante. Essere colti con le mani nel sacco è to be caught red-handed, ossia con le mani rosse — in italiano si fa riferimento al furto, in inglese addirittura all’omicidio.

    "Rosso di sera, bel tempo si spera" diventa "cielo rosso di sera, delizia del pastore" Red sky at night, shepherd’s delight, mentre "rosso di mattina, vento o pioggerellina" è "cielo rosso di mattina, avviso di pericolo per il pastore" Red sky in the morning, shepherd’s warning. Il proverbio ci richiama l’importanza tradizionale della pastorizia in Gran Bretagna.

    Il rosso dell’uovo, che in realtà è giallo-arancio, in inglese è il tuorlo, the yolk. E il rosso per labbra è il lipstick — in entrambi i casi la parola red non si usa proprio.

    In inglese, il nastro rosso, red ribbon, è l’insegna dell’ordine di Bath e soprattutto negli Stati Uniti è per tradizione il premio per chi arriva secondo — al primo viene dato il nastro azzurro, blue ribbon, che è anche l’insegna dell’ordine della Giarrettiera; ne parleremo.

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    Un "libro giallo" non è un yellow book ma una detective story.

    Questa sera riprendo con il rosa, che come sanno coloro a cui piace la Pantera Rosa è pink The Pink Panther. In inglese c’è quindi una differenza tra il nome del fiore, rose, e il nome del colore, pink. Una rosa rosa è a pink rose.

    Dal rosa all’azzurro, che in inglese è blue — di per sé la lingua inglese non distingue con parole diverse le varie tonalità di celeste, azzurro e blu; se occorre si possono precisare mettendo prima di blue i nomi o gli aggettivi appropriati: il celeste è sky blue, azzurro cielo, mentre il nostro blu è dark blue, letteralmente "azzurro scuro".

    Questo colore ha assunto molti significati diversi. Uno dei più noti per via dei Blues è quello di "triste, malinconico": mi sento triste I’m feeling blue o I’ve got the blues. Ci sono poi usi particolari che dipendono dal nome a cui si accompagna l’aggettivo blue. Un paio li abbiamo già ricordati: i "colletti blu", blue collars, gli operai, parlando dei "colletti bianchi" white collars, gli impiegati; e il nastro azzurro, blue ribbon, del primo premio, parlando del nastro rosso, red ribbon, del secondo.

    Blue Chips (letteralmente, tagliandi azzurri) sono i titoli — azioni e obbligazioni — che garantiscono un buon reddito. Blue baby è invece il bambino nato con una grave malformazione al cuore, con problemi gravi di circolazione del sangue e quindi con un aspetto cianotico. La cianografia, ossia il disegno tecnico su carta chimica, è una blueprint e questa parola si usa anche in altri contesti — l’impronta genetica è la genetic blueprint. Un blue movie è un film a luci rosse. E ormai i blue jeans si chiamano solo jeans perché ce ne sono di tutti i colori.

    The blue è anche il cielo sereno: "un fulmine a ciel sereno" è A bolt from the blue. Per dire che una cosa avviene molto raramente si dice che It happens once in a blue moon, letteralmente càpita una volta ogni luna azzurra (da noi si dice "a ogni morte di Papa").

    Gridare all’omicidio blu, To scream blue murder significa protestare con grande strepito per qualcosa che non va. Il ragazzino preferito, ad esempio il cocco della maestra, è il blue-eyed boy, letteralmente il ragazzo dagli occhi azzurri. E infine un Oxford Blue o un Cambridge Blue è una persona che fa parte di una delle squadre sportive di quelle università.

    Adesso parliamo del verde — anche qui ci sono molti usi simili all’italiano. The Greens sono i Verdi in senso politico ed ecologista. Il pollice verde in inglese americano è green thumb — e qui c’è una corrispondenza letterale — mentre in inglese britannico si parla piuttosto di green fingers, dita verdi. Ricordo a questo proposito che la mano, in inglese, ha un pollice e quattro dita, a thumb and four fingers. Green sta anche per "acerbo", riferito a frutta e verdura, e per "inesperto o immaturo", riferito a una persona.

    Vediamo adesso qualche altro uso. In un campo da golf, il green è l’area erbosa attorno alla buca. Dar via libera a un progetto o a una proposta è to give a green light. Da noi la carta verde riguarda l’assicurazione auto, negli Stati Uniti la Green Card è il permesso di soggiorno. Una greenhouse non è una casa verde ma una serra. Se ne parla soprattutto a causa del greenhouse effect, l’effetto serra che sta mutando il clima. E un greengrocer non è un droghiere verde ma un fruttivendolo. Negli Stati Uniti greenbacks è un termine colloquiale e familiare per indicare le banconote, che in realtà non sono verdi solo sul retro (back) ma anche davanti.

    Infine, alla nostra espressione "giallo dall’invidia" corrisponde green with envy. È sempre un gran brutto colore quello di chi è invidioso, ma non è lo stesso in italiano e in inglese.

    E ora green light, semaforo verde per il proseguimento della serata musicale…