Gli altri popoli

    Parlando dell’estate di San Martino ho detto che in inglese è Indian Summer, l’estate indiana. In tutte le lingue si usano aggettivi di nazionalità per indicare gli oggetti più disparati, ma le scelte variano da lingua a lingua. Qualche volta coincidono, come la fila indiana che anche in inglese è Indian file, ma il più delle volte no. Dalla Russia abbiamo, in lingua italiana, l’insalata russa e la roulette russa. Ma mentre quest’ultima si chiama Russian roulette anche in inglese, l’insalata russa così come noi la intendiamo non la conoscono nei paesi di lingua inglese e quindi *Russian salad non si trova sui dizionari inglesi o americani, ma solo in certi dizionari bilingui italiani. In compenso, si parla di Italian dressing, condimento all’italiana, per una salsa da insalata a base di aglio e origano che pochi, da noi, usano, dato che di solito la condiamo con oil and vinegar, olio e aceto.

    Il tacchino ha lo stesso nome della Turchia, Turkey, mentre da noi è detto anche "dindo", ossia pollo d’India. La nostra "faraona" ha un nome che rievoca l’Egitto: in inglese è Guinea fowl, il pollo della Guinea. Questo paese ha dato il nome anche al Guinea pig, che è la cavia, e alla guinea, tradotta come ghinea, che è un’unità di valore superiore alla sterlina.

    In inglese, il nome della Cina, China, indica la porcellana; china è scritto come la nostra "china" — che in effetti è un nome che indica originariamente "l’inchiostro della Cina".

    Se non capisco qualcosa, dico che "per me è arabo;" in inglese è "tutto greco", oppure "doppio olandese": It’s all Greek to me, it’s double Dutch. E a proposito di olandesi, il Dutch courage è il coraggio che viene dall’aver bevuto un bel po’ di alcool, mentre to go Dutch è il nostro "fare alla romana" quando c’è da pagare.

    Gli italiani e i francesi dicono "filarsela all’inglese" SE FILER À L’ANGLAISE nel senso di "andarsene senza dare nell’occhio e senza salutare nessuno" gli inglesi dicono to take French leave, ossia "prender congedo alla francese".

    E’ evidente che questi stereotipi tendono a etichettare i popoli come portatori di difetti congeniti. Non c’è niente di male, basta non credere davvero che i portoghesi entrino senza pagare — intendo dire quelli veri, che abitano in Portogallo, non gli italiani scrocconi.